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La storia della “Paranza Barrese L’Insuperabile”

L’origine della Paranza Barrese, poi divenuta “Insuperabile”, risale al lontano 1948, quando il fondatore Domenico Scognamiglio, detto “Cicciotto”, scese per la prima volta a Nola con il Giglio del Fabbro, portando con sé “’o megl ‘e tutt ‘a Barra”, ossia facchini selezionati uno per uno da lui stesso. Da quel momento, Cicciotto, con i suoi fidati collaboratori, partecipò alle feste di Barra e anche di Nola, sotto il nome di “Paranza Barrese di Cicciotto”. Fino alla metà degli anni ‘80, infatti, le Paranze erano identificate con il nome dei paranzari. Per ben quarant’anni, Cicciotto incantò con la sua Paranza le feste di Barra e Nola, compiendo imprese eroiche passate dalla storia alla leggenda.

Questa tradizione durò fino al 1986.
Era il giorno di San Francesco, il 4 ottobre 1986, e, come di consueto, Cicciotto festeggiava la ricorrenza con i suoi amici più stretti. Fu proprio in quell’occasione che decise di lasciare ai posteri un nome che ricordasse quella Paranza, fino ad allora riconosciuta come “’a Paranz e Cicciotto”. Tra i vari nomi proposti, Raffaele Castaldo, detto “’o Spagnuol”, suggerì il nome “Insuperabile”, con l’accordo degli altri commensali: Raffaele Ambrosanio, detto “Man ‘e Fierr”, Filippo D’Aponte, detto “’o Schiavone”, Antonio Conte, detto “Pagnotta”, e altri collaboratori. Fu così scelto il nome e i colori, il rosso e il blu, che ancora oggi ornano lo stendardo ufficiale della Paranza a ogni festa.

Nel settembre del 1987, l’Insuperabile Barrese iniziò il suo cammino storico, affidando il comando a Umberto Orefice.
L’Insuperabile ereditò ufficialmente la storia e le tradizioni di Cicciotto nel 1994, anno della sua morte. L’eredità venne trasmessa a uno dei suoi collaboratori più fidati, Raffaele Ambrosanio, detto “Man ‘e Fierr”, noto per il carisma e la serietà. Alla sua scomparsa, nel novembre 2000, la responsabilità e il peso dell’organizzazione della Paranza passarono ai suoi figli Giuseppe, Gennaro e Massimo Ambrosanio, insieme ai collaboratori Antonio Conte, detto “Pagnotta”, Umberto Orefice e altri.

Dal 2003, con decisione unanime, i collaboratori affidarono il comando a Massimo Ambrosanio, detto “Man ‘e Fierr”, che insieme agli altri, continua a gestire la Paranza. Oggi, questo gruppo conta oltre 200 facchini, rispetto ai 100/128 di un tempo, un aumento che riflette il cambiamento della società e delle feste giglistiche stesse.
La Paranza Barrese, L’Insuperabile, è una grande famiglia che raccoglie le passioni, i sogni e le speranze non solo di un intero quartiere, ma di un popolo. Ogni volta che l’Insuperabile, soprannominata “Sua Maestà”, scende in campo, si muove una comunità intera. Questo nome è diventato oggi uno stile di vita, un simbolo di perseveranza e determinazione in ogni sfida della vita. Accanto alle feste dei gigli celebrate tra Barra, Nola e in altre località come Casavatore, Brusciano, San Giovanni a Teduccio e Mariglianella, l’Insuperabile, dal 2018, ha ampliato il suo impegno verso il popolo, anche attraverso iniziative di solidarietà per chi soffre.

“Pass o tiemp, l’ann è tu riest semp chella là!”

Ringraziamo tutti coloro che hanno scritto pagine della nostra storia: nominarvi tutti sarebbe impossibile, ma ognuno di voi ha rappresentato un tassello importante. Ogni collaboratore, ogni facchino che ha dato cuore e anima a questa Paranza, è parte di ciò che siamo diventati, anche chi non c’è più e chi ancora oggi combatte per essa. Con l’augurio e la speranza che questa storia non abbia mai fine, sappiamo che finché ci sarete voi, questo nome non finirà mai.

L’INSUPERABILE SI AMA.